Buongiorno,  sono il Presidente dei Redskins Verona.

Dopo l’intervento del 26 febbraio a firma del signor Gilberto Danieli, Ufficio Stampa Mexicans Pederobba, ho lungamente valutato l’idea di rispondere perché, come per tutte le cose che si fanno, anche se il tempo allontana, certamente non cancella. Avevo coscientemente imposto a giocatori e staff, seguiti poi anche dai nostri followers, il silenzio completo sui media rispetto a un attacco così preciso, virulento  e ostile, che andava ben al di là del semplice cercare motivi per giustificare il risultato finale. Per la precisione, superava i limiti imposti non solo dalla decenza che una certa etica – sportiva e non – imporrebbe, ma anche dal codice, perché la diffamazione è una cosa assai grave.

Per cui, ho preferito non ribattere immediatamente perché lo scopo mio e del Consiglio Redskins con il quale mi sono confrontato, era quello di non infiammare ulteriormente gli animi di giocatori e soprattutto del pubblico che segue il nostro sport e che non  ha bisogno di salire gli spalti con l’animo già avvelenato;  almeno non prima di aver passato questa ultima prova in cui ci siamo nuovamente misurati con i Mexicans sul campo.

Il motivo della scelta di rispondere oggi per esteso è nato soprattutto dal fatto che anche domenica siamo stati oggetto di grida al megafono di un sedicente fan (seduto vicino alla postazione del vostro speaker, quindi sicuramente a voi noto) che ci ha salutati al grido di “mercenari, siete come i Mastini, montagnari “ . Il tutto per la presenza di  alcuni ragazzi in prestito per una crescita agonistica dai Giants Bolzano. Quindi, con straordinario fair play: “date una coperta ai marocchini, che hanno freddo”. In aggiunta a ciò, non abbiamo ricevuto nessuna smentita o presa di distanza da questo atteggiamento e da quanto affermato nel suddetto comunicato da parte della vostra società. Questo normalmente significa condividere ed è il motivo principe della mia risposta.

Credo, comunque, sia  giusto rammentare, ad uso vostro e di chi legge, alcuni passaggi dell’oggetto di questa mia, perché qualcuno potrebbe chiedersi di cosa stia parlando.

Non so se come addetto stampa o in altra veste fosse presente due anni or sono, quando a suo modo di vedere, la nostra compagine si rivelò “corsara a Pederobba, riuscendo a strappare la vittoria per 0-33, ma già definire in questi termini  una vittoria schiacciante per 33 a 0, fa pensare che i metri di giudizio che lei applica siano alquanto discutibili. Però, saremmo ancora nell’ambito del linguaggio pittoresco che si usa in questi casi con i propri fans. Il problema è quando poi riprende il concetto per chiarirlo: L’andazzo della gara è stato simile a come fu due anni fa a Pederobba, in cui una volta messi spalle al muro, gli scaligeri risposero con una serie di scorrettezze e provocazioni, facendo crollare i nervi ai messicani”. Evidentemente non le è nemmeno passato per la mente che una  simile affermazione sminuisce e denigra la sua squadra. Un team agonistico, pur semi dilettantistico, che per nervosismo perde non un’azione, ma un’intera partita rimanendo a zero, dovrebbe porsi dei seri dubbi sulla maturità psicologica raggiunta oltre che fisica. In realtà i ragazzi visti in campo allora, per fortuna, erano invece  esattamente dei combattenti che hanno giocato e perso una partita. Nulla di più e nulla di meno.  Vede, normalmente dopo una partita si guarda già alla prossima, lo fanno tutti. Tranne lei (e quello che domenica scorsa gridava dai vostri spalti) che a due anni di distanza sta ancora cercando di etichettarci come “nemici” anziché come avversari e questo la dice lunga sul suo spirito sportivo, visto l’impegno che profonde nel cercare i problemi altrui. Io no so se lei gioca o solo scrive, ma se crede che infiammare gli animi di chi deve poi scendere in campo – da una parte e dall’altra – sia corretto, la lascio crogiolare nella sua convinzione

L’altra cosa decisamente sgradevole per chi da anni gestisce squadre dal flag, alle giovanili alla senior è sentirsi dire: Due colpi in ritardo, sporchi, degni del peggior BountyGate legato a Sean Payton (Head Coach dei New Orleans Saints della NFL, indagato in passato per aver esortato i propri giocatori ad infortunare appositamente i giocatori avversari mettendo addirittura dei premi in denaro), che mettono fuori gioco non uno, ma ben due messicani”. Questo, non è offensivo solo per i coach, che dedicano il loro tempo e la loro professionalità a crescere ragazzi nel rispetto delle regole, ma per tutta la nostra Società. Ecco il motivo per il quale sto rispondendo io personalmente e non l’Ufficio Stampa. Nella stessa partita abbiamo avuto due infortunati, per uno dei quali è stata poi necessario un intervento alla mano, ma non mi è mai passato per la testa che fosse colpa del vostro gioco “scorretto”.  Così come, qualche stagione fa, quando siamo arrivati alla fine con 12 giocatori fuori combattimento. Lo sa che cosa ho fatto? Ho cambiato preparatore atletico perché  evidentemente non erano in grado di sopportare l’impatto con squadre più massicce della nostra. Punto.

Se voleva dare erudito sfoggio della sua conoscenza dei tanti aneddoti che fanno parte del football americano, lo doveva scrivere, magari ai suoi amici e parenti, non su uno spazio pubblico perché li diventa diffamazione a mezzo stampa.

Detto ciò, mi permetto di aggiungere, magari le fosse sfuggito, che in campo c’erano anche 5 persone della Crew arbitrale. Pensare che si sia potuto scorrazzare liberamente ai vostri danni senza che questi prendessero le necessarie misure, non intervenissero o altro è mancare di rispetto al loro lavoro. Ma anche per questo, sembra non aver capito la gravità delle sue affermazioni.

Ultima perla del suo intervento, la questione del grottesco episodio in cui alcuni giocatori veronesi hanno preso di mira il defensive assistant Giotto minacciandolo”. Anche in questo caso racconta le cose in maniera parziale, funzionale solo alle sue asserzioni. La verità è che siete stati costretti a mandare Il Sign. Giotto nella nostra sideline per fare l’assistent “ufficioso” alle statistiche, dato che non ne avevate portato nessuno. Può succedere, questo non è un problema. Tutt’al più potete ringraziare qualche santo perché mi risulta che poi non vi sia stata comminata nessuna ammenda, nonostante il fatto fosse registrato anche sul referto arbitrale. Quando è successo a noi, abbiamo pagato 200€! Ma queste, perché toccano voi, immagino siano regole che si possono trasgredire. Dicevamo, il signore in questione era dalla nostra parte con uno scopo ben preciso: aiutare il nostro addetto alle statistiche nel compito di rilevazione. Invece, non solo se ne stava spesso distante perché intento a guardare la partita, ma si sentiva autorizzato a interloquire con i giocatori, incitarli e discutere con i nostri. Per questo motivo e in questo contesto Giotto non era un defensive assistant, ma il vostro abusivo addetto alle statistiche. Dopo due volte che gli era stato richiesto di rimanere nell’ambito delle sue mansioni, gli hanno intimato a fine partita, di prendere la sua roba e andarsene. Il fatto c’è stato? Certo, ma di chi sarebbe il comportamento scorretto?

A questo punto, tornando alla partita di domenica scorsa, devo ingraziare i miei ragazzi per aver saputo gestire serenamente questa brutta storia ed aver giocato una partita intensa come richiede il nostro sport, ma all’insegna della tranquillità agonistica, senza lasciarsi tentare da reazioni emotive. I suoi ragazzi hanno giocato una bella partita, non mollando fino all’ultimo anche se numericamente inferiori, quindi a loro va il nostro rispetto e dei sinceri auguri, perché li meritano.

Mi avvio alla conclusione di questo lunghissimo, ma necessario chiarimento, soprattutto perché dopo questo considero chiuso l’incidente e rimango a stimare la vostra squadra esattamente come ho sempre fatto, nonostante il vostro pensiero in merito.

Un cordiale saluto

Moreno Fabbrica, Presidente Redskins Verona